Il pesce da sempre è un alimento grandemente utilizzato e consumato. Già dai tempi degli antichi romani il consumo di pesci era altissimo tra le classi patrizie. Terenzio nelle sue commedie faceva pasteggiare i protagonisti a pesci e crostacei e gli imperatori si facevano vanto degli allevamenti di pesci e dei vivai di ostriche. Bellissimo da visitare è l’allevamento di murene in riva al mare nella ridente località di Sperlonga. Portico d’Ottavia all’epoca era uno dei mercati del pesce più grandi di Roma e si trasferirà in un altro quartiere del centro, a piazza delle Coppelle, solo nell’Ottocento!
Nonostante il gran consumo e un amore sconfinato i piatti tipici romani non sono moltissimi. Solo negli ultimi anni, grazie ai giovani chef del litorale laziale, stiamo diventando famosi per piatti arditi e combinazioni di sapori sconosciute.
A casa mangiamo spesso piatti di pesce più o meno elaborati. La massima familiare è che più è fresca e buona la materia prima più il piatto deve essere semplice…spesso “la morte sua” è quando è lesso!
Mi auguro che gli italiani diventino saggi e non esauriscano i mari. Un patrimonio di tradizioni e soprattutto una meraviglia della natura che andrebbe preservato cercando di mangiare e acquistare in modo consapevole.
Pescatore che vai sul mare
quanti pesci puoi pescare?
Posso pescarne una barca piena
con un tonno e una balena,
ma quel ch’io cerco nella rete
forse voi non lo sapete:
cerco le scarpe del mio bambino
che va scalzo, poverino.
Proprio oggi ne ho viste un paio
nella vetrina del calzolaio:
ma ce ne vogliono di sardine
per fare un paio di scarpine…
Poi con due calamaretti
gli faremo i legaccetti!
Gianni Rodari